A volte il paziente giunge per la comparsa di un gonfiore accompagnato da arrossamento localizzato ad un ‘area delimitata della palpebra superiore o inferiore.
Tale tumefazione spesso è dovuta ad un calazio in evoluzione.
Ma cosa è un calazio?
La lacrima si compone di tre principali costituenti: parte acquosa, parte mucosa e parte lipidica.
Ogni componente è fondamentale, ed è altrettanto importante preservare l’ equilibrio tra le tre parti.
In caso di stato infiammatorio prolungato della palpebra, dovuto alle più svariate cause, tale equilibrio può venir meno, compromettendo la qualità del film lacrimale risultante.
Le ghiandole di Meibomio sono ghiandole collocate nella parte interna della palpebra deputate alla produzione della parte lipidica del film lacrimale ( i lipidi che si trovano nella parte più esterna della lacrima ne impediscono un’evaporazione precoce garantendo la sua efficacia più a lungo).
Le ghiandole drenano il loro secreto attraverso degli orifizi disposti in fila sulla palpebra.
Quando si verifica un’ infiammazione cronica a carico della ghiandola di Meibomio, si ha un disfacimento dell’ architettura della stessa e si forma il calazio, si tratta pertanto di una formazione granulomatosa sterile (al contrario di ciò che comunemente si potrebbe pensare il materiale giallastro che ne fuoriesce non è pus, derivante da infezione batterica, ma materiale lipidico colliquato).

Se dovesse sovrapporsi una sovrainfezione da Staphylococcus aureus in corrispondenza del follicolo pilifero delle ciglia si parlerebbe invece di orzaiolo.
I segni tipici sono la comparsa di un nodulo tondeggiante a livello della palpebra, di solito non dolente. Le dimensioni possono restare stabili, aumentare progressivamente o regredire spontaneamente o dopo terapia.
I calazi di dimensioni maggiori premono sulla cornea, la parte anteriore dell’ occhio, causando un annebbiamento visivo per il sopraggiungere di un astigmatismo irregolare.
I pazienti con acnee rosacea o altre patologie che coinvolgono le ghiandole sebacee, sono partcolarmente predisposti all’ insorgenza di calazi multipli e recidivanti.
Un calazio può comparire a qualsiasi età, dal bambino all’ anziano.
In un terzo dei casi si ha una risoluzione spontanea, a volte si crea un accesso esterno, ovvero una fistola attraverso cui drena e si sgonfia, altre volte persiste e necessita un intervento.
La terapia si basa su impacchi d’ acqua calda (il calore trasforma dal punto di vista chimico i legami terziari in secondari ed è dunque d’ ausilio nel fluidificare, sciogliere le secrezioni lipidiche).
L’ applicazione di colliri e pomate a base di cortisone e tetracicline rappresenta un ottimo trattamento.
Una dieta ricca in acidi grassi omega 3, come quelli che si trovano nel pesce azzurro e nella frutta secca può rappresentare un ausilio nella prevenzione.
Nel caso di calazi recidivanti e resistenti alla terapia si può ricorrere alle tetracicline somministrate per os per periodi di tempo adeguati.
Nelle forme resistenti alla terapia può essere opportuno ricorrere all’ intervento chirurgico, che prevede l’ asportazione del calazio in sala operatoria quasi sempre dall’ interno o a volte dall’ esterno della palpebra, a seconda della tipologia.