TOMOGRAFIA A COERENZA OTTICA
L’ OCT o tomografia a coerenza ottica è una metodica strumentale non invasiva, non a contatto, simile all’ ecografia e alla Risonanza Magnetica Nucleare, che permette di visualizzare nel dettaglio strutture della porzione anteriore dell’ occhio, e soprattutto della porzione posteriore, che sarebbero altrimenti difficilmente valutabili.
E’ una tecnica diagnostica ad alta definizione, che sfruttando il diverso comportamento delle interfacce che separano le strutture biologiche, mette in evidenza le differenti qualità ottiche dei tessuti esaminati.
Con l’ OCT è possibile studiare sezioni ottiche della retina, ovvero della parte posteriore dell’ occhio che potrebbe essere paragonata alla pellicola di una macchina fotografica, molto simili a sezioni istologiche della stessa (1)(2), Non vi è sempre esatta corrispondenza tra istologia ed immagini OCT.
Addirittura alcune strutture, sono visibili all’ OCT per la loro densità ottica a prescindere dal loro spessore, ma non sono individuabili alle sezioni istologiche.
Una versione precedente di questa tecnologia, time domain OCT (TD-OCT) usava uno specchietto mobile di riferimento per misurare il tempo che la luce impiegava ad essere riflessa. Questo processo meccanico relativamente lento limitava la quantità di dati che potevano essere acquisiti e la qualità delle immagini (3).
Si potevano ottenere 400 scansioni A-scan al secondo.
Attualmente sono disponibili sul mercato strumenti di ultima generazione, come l’ OCT Spectral Domain, che consentono una più rapida acquisizione delle immagini, non meccanica.
L’ OCT Spectralis riflette la luce attraverso uno spettro luminoso, da cui deriva la denominazione di “Spectral domain”.
Acquisisce 40.000 A-scan al secondo, dunque risulta 100 volte più veloce del TD-OCT.
Si ha un miglioramento della risoluzione.
L’elevata velocità di acquisizione delle immagini si combina a una tecnologia TruTrack Active eye tracking, che segue attivamente l’ occhio durante l’ esame, minimizzando gli artefatti legati al movimento e riducendo il rumore di fondo.
Il risultato è una correlazione precisa punto per punto tra il fundus e le scansioni OCT, immagini molto dettagliate e definite, e un più facile riconoscimento dei cambiamenti, anche dei più piccoli, nel follow up delle patologie retiniche.
L’analisi dell’ OCT include tre fasi:
-Studio della morfologia
-Studio della struttura
-Studio della riflettività
La scala di grigi è più utile delle immagini colorate nella valutazione delle differenze di densità.
Nelle scansioni colorate ottenute con altri modelli di OCT è il software che impone un diverso colore per ogni differente grado di riflettività, ma ciò ha lo svantaggio che si possono riscontrare colori molto diversi tra strati che in realtà avrebbero invece una gradualità di reflettività.
Lo studio morfologico prevede l’ analisi di forma e profilo dell’ interfaccia vitreo-retinica, retino-coroideale, coroido-sclerale.
Il vitreo è aderente alla fovea (cioè alla parte centrale della macula) e ai margini del disco ottico nei giovani, col passare del tempo le aderenze diminuiscono.
Nello studio strutturale la retina appare multistratificata, con strati tra loro paralleli uniti da formazioni trasversali.
La quantità di luce riflessa da un tessuto dipende dalla sua densità ottica e dalla sua capacità di assorbire la luce dei tessuti che lo ricoprono.
La riflettività dipende :
Dalla quantità di luce che arriva ad uno strato retinico, assorbita parzialmente dalle strutture sovrastanti
Dalla quantità di luce che uno strato può riflettere
Dalla quantità di luce riflessa che poi raggiunge il detector, dopo essere stata ulteriormente assorbita dagli strati che attraversa.
Le strutture anatomiche orizzontali, come le fibre nervose e gli strati plessiformi, sono nettamente iperreflettenti.
Gli strati che contengono i nuclei cellulari sono iporeflettenti.